Gli ultimi 2 anni sono stati quantomeno “sfidanti” per la vita associata, professionale e scolastica, volendo tacere dell’aspetto salute. In un periodo di incertezze e di complessità, le organizzazioni si sono reinventate, giungendo alla conclusione che per stare al passo coi tempi, occorre ripartire dalle basi: dalla tutela della sicurezza.
Secondo l’indice Fortune Future 50 del BHI (Bcg Henderson Institute), l’indice di vitalità aziendale di una organizzazione si misura in base a due parametri, il “valore attuale delle opzioni di crescita”, misurato sulle aspettative del mercato sul futuro di un’azienda, e la strategia dell’azienda circa gli aspetti meno legati al mero sviluppo/profitto, cioè quanto essa investe in ricerca, sviluppo e formazione. Mentre il primo parametro ha un peso del 30%, il secondo ricopre il restante 70%, confermando la scelta di tante, tantissime aziende: investire in sicurezza e formazione come buona pratica per l’incremento della produttività ed il benessere dei dipendenti (le due cose sono collegate!).
Per questo, anche in un frangente storico come quello che tutti stiamo vivendo da due anni a questa parte, caratterizzato da difficoltà nel costruire una progettualità, da una recessione forzata che l’emergenza pandemica ha provocato e da un sentimento di diffusa inquietudine, le società e le aziende in grado di far fronte ad una fase così critica sono quelle che fanno perno su pensiero creativo, pianificazione e persone. Tre “P”, di cui la più importante è proprio l’ultima.
Mantenere costante la crescita nonostante le crisi è quello che rende vitali le aziende, e incomincia dalle persone. Oltre i tradizionali indici di bilancio, utili più che altro a misurare quanto già raggiunto, la propensione e la cura di un’organizzazione nei confronti di formazione e sicurezza sono in grado di offrire una previsione veritiera sulle sue potenzialità di sviluppo, ed ecco perché sempre più aziende stanno stanziando fondi in questa direzione, dedicando tempo ed impegno nel creare e mantenere un ambiente lavorativo sano.
Ma cosa si intende per benessere e “sicurezza sul luogo di lavoro”, e soprattutto quali sono le normative ed i benefici che un’azienda deve tenere in conto durante la sua attività? Vediamolo insieme in questo articolo.
Come noto, oltre che essere una questione normativa, coltivare la sicurezza nei luoghi di lavoro significa apportare miglioramenti tangibili all’ambiente di lavoro, all’atmosfera che fa parte della quotidianità dei lavoratori e alla reputazione aziendale, permettendo di risparmiare risorse e ridurre i rischi attraverso l’eliminazione di pratiche inefficaci o pericolose, che sono tra le principali cause di danneggiamento alle strumentazioni in uso, infortuni sul lavoro e conseguenti sanzioni.
Facciamo il caso della guida: sono tantissime le aziende oggi che si occupano di trasporti, o i cui dipendenti svolgano la mansione propriamente di “guidare” durante la loro giornata lavorativa. Pensiamo ad esempio a ditte di trasporti, corrieri, camionisti, agenti di commercio, ditte di manutenzione, tecnici specializzati di settore (acquedotti, fornitura elettrica, telecomunicazioni), imprese di pulizia ed ecologiche, addetti alla cura del verde, Forze dell’Ordine ed anche soccorritori e volontari delle Associazioni che tutelano il cittadino, solo per citare alcune categorie.
Per tutte queste persone che si muovono, si spostano quotidianamente, percorrendo chilometri in autostrada o nel ciclo urbano a bordo di veicoli aziendali, il veicolo guidato rappresenta uno strumento di lavoro, e la strada il luogo di lavoro a tutti gli effetti. Diventa quindi fondamentale per l’azienda, oltre che previsto dalle normative, intraprendere e portare avanti in maniera puntuale il discorso sulla sicurezza. Come? Facendo formazione e in-formazione costante sull’ambito di pertinenza. Nel nostro caso la sicurezza alla guida.
Prima di proseguire, piccolo focus sulle normative. In Italia la sicurezza sul lavoro è regolamentata dal Decreto Legislativo 81 del 2008, ex legge 626. È proprio la continua evoluzione di un argomento fondamentale come il diritto alla sicurezza e la sua tutela che ha portato i legislatori ad adeguare e ampliare, nel 2008, la 626, che era in vigore dal 1994 come prima legge a regolamentare organicamente tutta la materia della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il Decreto 81 del 2008
La 81/08, o Testo Unico sulla Sicurezza, è la norma che risponde organicamente alle istanze di sicurezza di tutte le istituzioni e dei lavoratori provenienti da tutti i settori. È un raggiungimento importante perché nella sua versione attuale si allinea, in tema di standard di sicurezza, a quelli in vigore nelle Nazioni dell’Unione Europea. Il D.Lgs 81/08 inoltre definisce le modalità di partecipazione dei lavoratori ai corsi per la sicurezza, che riguardano tutti gli ambiti professionali e sono obbligatori per tutti i lavoratori, non esistendo attività esenti da rischi. Il D.Lgs 81 è anche il testo che determina le attività di formazione in materia di sicurezza, secondo quanto ha disposto l’Accordo Stato/Regioni (ne parliamo più avanti).
Tra i 306 articoli e 51 allegati della 81/2008, i più importanti – quelli fondamentali per l’azienda – sono quelli su:
- l’applicabilità delle sanzioni penali
- il dovere (non delegabile) di compilare il DVR da parte del datore di lavoro
- la sospensione, per le aziende che non rispettano le indicazioni del Testo Unico, delle attività sino alla messa in regola
Nota bene, rispetto alla ex 626, con il D.Lgs 81 infrazioni e omissioni sono sanzionate in maniera molto più grave, soprattutto nel caso in cui provochino incidenti per i lavoratori.
Il Modello OT23
Il Modello OT23 è quel modulo, regolamentato dall’art. 23 delle Modalità per l’applicazione delle Tariffe INAIL approvate con decreto interministeriale del 27 febbraio 2019, che permette una riduzione del tasso medio di tariffa per le aziende che hanno effettuato interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in aggiunta rispetto a quelli stabiliti dalla normativa esistente.
Nel modello, che sostituisce il “vecchio” OT24, vengono specificati dall’INAIL tutti i miglioramenti e le azioni idonei a ottenere, da parte dell’azienda, la riduzione del tasso medio per prevenzione. Per accedere a questa riduzione è importante che l’azienda produca la documentazione richiesta dall’Istituto entro il 28 febbraio, inserendo l’attestazione degli interventi migliorativi della sicurezza dei dipendenti realizzati nell’anno precedente la domanda.
Gli interventi ritenuti validi ai fini della riduzione del premio assicurativo sono definiti con precisione dall’INAIL, e suddivisi in 6 sezioni:
- prevenzione degli infortuni mortali non stradali (a)
- prevenzione del rischio stradale (b)
- prevenzione delle malattie professionali (c)
- formazione, addestramento, informazione (d)
- gestione della salute e sicurezza, misure organizzative (e)
- gestione delle emergenze (f)
Le sezioni che ci riguardano da vicino sono la sezione b, “prevenzione del rischio stradale”, e la sezione d, “formazione, addestramento, informazione”.
Infatti, proprio perché la prevenzione dal rischio stradale è uno degli interventi ritenuti validi per l’incremento della sicurezza dei lavoratori, e proprio perché per chi conduce veicoli aziendali la strada è considerata a tutti gli effetti il luogo di lavoro, al termine del corso pratico di Formula Guida Sicura viene rilasciato, ad ogni partecipante, l’attestato di Guida Sicura necessario per beneficiare degli sconti previsti dall’INAIL (modello OT23) e conforme a quanto previsto dal D.lgs. 81/2008. Il corso di Formula Guida Sicura inoltre ottempera ai requisiti richiesti dalla certificazione ISO 39001 relativa al sistema di gestione per la sicurezza stradale delle aziende pubbliche e private.
Il Rischio di incidenti in itinere
È sempre più frequente nell’ultimo torno di tempo il riferimento a questo argomento, da poco all’attenzione dell’opinione pubblica, il rischio di incidente in itinere, che è a tutti gli effetti da considerarsi tra gli infortuni di lavoro. Questo perché, come definito dall’art. 12 del D.Lgs 23 febbraio 2000 n.38, nei casi in cui
- il dipendente guidi un veicolo fornito direttamente dal datore di lavoro per esigenze lavorative
- il luogo di lavoro non sia raggiungibile con i mezzi pubblici in tempi similari che con un mezzo privato
l’INAIL tutela i lavoratori in caso di infortunio avvenuto in andata o ritorno lungo il tragitto casa-lavoro.
Infatti, proprio perché gli infortuni lavoro-correlati non avvengono solo “dentro” la struttura lavorativa, ma anche nel corso delle attività necessarie allo svolgimento del lavoro vero e proprio (come il tragitto casa-lavoro), è stata istituita con Decreto Interministeriale del 27 marzo 1998 la figura del Mobility Manager. Questa nuova figura professionale nasce per pianificare assieme ai lavoratori gli spostamenti verso e di ritorno dal luogo di lavoro, nell’ottica di una riduzione della circolazione di auto private e del contenimento dell’inquinamento ambientale, attraverso l’incoraggiamento dell’utilizzo di mezzi pubblici e sistemi di mobilità alternativa come il car-sharing.
Questo, oltre al provvedimento di rendere il Mobility Manager obbligatorio per le imprese con unità locali da più di 100 dipendenti – con legge 77 del 17 luglio 2020 – fa capire finalmente quanto sia da considerarsi fondamentale la tutela dei lavoratori su strada, sia attraverso la nomina di una figura apposita che li aiuti a gestire al meglio il percorso casa-lavoro, sia attraverso una formazione specifica.
I Fondi Interprofessionali
I corsi di formazione alla guida e di educazione alla sicurezza stradale, oltre che utili come abbiamo visto alla riduzione del premio assicurativo attraverso la compilazione del modello OT23 (D.Lgs 81/2008), sono finanziabili attraverso Fondi Interprofessionali, un’ottima opportunità per le organizzazioni e aziende che devono fare formazione ai propri dipendenti. I Fondi Paritetici Interprofessionali, introdotti da quasi 10 anni in Italia, non sono una soluzione molto sfruttata, perché il loro utilizzo è ancora oscuro ai più. Ecco alcune informazioni.
Sono organismi associativi di diritto privato, istituiti tra organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative sul piano nazionale, ed hanno l’obiettivo di restituire una parte delle contribuzioni INPS alle aziende che investono in formazione.
In tal modo, i Fondi Interprofessionali, tramite precisi Protocolli stipulati tra i sindacati dei lavoratori e quelli dei datori di lavoro (Confindustria, CNA, Confartigianato, Confcommercio ed altri), permettono la formazione professionale e l’aggiornamento formativo dei dipendenti aziendali.
Come? Aderendo a un Fondo e finanziandolo: in questo modo l’organizzazione o impresa potrà accedere ad attività di formazione sia in forma associativa che individuale, tenendo monitorati costantemente avvisi e bandi pubblici per conoscere le modalità di adesione.
Inoltre, grazie alla legge 289/02, l’azienda ha la possibilità di finanziare attività e piani formativi a livello singolo e non associativo. Per approfondimenti su questa parte, scoprire come un’impresa può utilizzare le risorse di un Fondo Paritetico Interprofessionale o conoscere i più importanti Fondi per l’erogazione di formazione lavorativa e l’aggiornamento dei dipendenti, scrivici nei commenti o attraverso il MODULO DI CONTATTO.
La ISO 39001
Per chi ha l’onere di formare i propri dipendenti in ambito sicurezza alla guida, questa norma definisce i requisiti che un sistema di gestione per la sicurezza stradale deve rispettare per permettere a ogni organizzazione coinvolta nel trasporto su strada di ridurre il numero di morti e infortuni gravi derivanti da incidenti stradali. La ISO 39001 rappresenta un importante strumento di rispetto delle norme di comportamento stradali, ed è diventata il punto di riferimento in materia di sicurezza stradale perché dal 2020 fa parte del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale emesso dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Per fare un esempio, poiché il programma Formula Guida Sicura Aziende si pone come obiettivo il miglioramento della qualità e sicurezza di guida delle persone che per lavoro quotidianamente conducono un veicolo, il corso di Guida Sicura permette alle aziende di ridurre i costi di gestione del parco veicoli, il rischio infortuni sul lavoro (anche in itinere) e permette di conseguire la certificazione ISO-39001, la formazione certificata dei conducenti di veicoli, garantendo il trasporto di merci e persone in modo professionale e sicuro.
Il DVR e lo stress da lavoro correlato
Tra gli obblighi del datore di lavoro sempre secondo la 81/08 c’è quella di valutare i potenziali rischi aziendali e redigere il Documento di Valutazione dei Rischi, contenente le mansioni che potrebbero esporre i lavoratori a rischi specifici e necessitano perciò di un comprovato livello di professionalità ed esperienza, oppure adeguata formazione e insegnamento. A partire da gennaio 2011, è necessario inserire nel DVR anche i rischi legati allo Stress Lavoro Correlato, ovvero, secondo l’European Agency for Safety and Health at Work, una condizione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste provenienti dall’ambiente di lavoro eccedono le sue capacità di fronteggiarle/gestirle al meglio.
Il team di Formula Guida Sicura ha inserito questo argomento nel piano formativo soprattutto in attenzione alle sollecitazioni e al senso di responsabilità ed urgenza a cui è sottoposto un autista durante un servizio di emergenza.
Il DVR e la relativa valutazione dello stress da lavoro correlato, importante raggiungimento volto a tutelare il benessere psicofisico nei luoghi di lavoro, è un documento obbligatorio e di non semplice compilazione, proprio perché non è immediato saper valutare e identificare a colpo sicuro tutti i pericoli che posso verificarsi in un settore lavorativo e prevedere, vista la complessità del reale, tutte le situazioni potenzialmente portatrici di rischi per i propri dipendenti.
Formula Guida Sicura, grazie a uno strumento di valutazione intuitivo e calibrato, può aiutare i datori di lavoro e le aziende a prendere coscienza e monitorare le aree di maggior rischio per i dipendenti che guidano per lavoro, in vista della compilazione di un DVR completo.
Da ricordare, il documento deve essere presente in azienda con data identificabile e riportando le firme di tutte le figure responsabili (datore di lavoro, RSPP, medico competente se previsto e RLS), ed elaborato, subito dopo aver effettuato la valutazione dei rischi, entro 90 giorni dall’inizio dell’attività del datore di lavoro.
L’azienda del futuro, anzi, del presente!
Per ricollegarci a cosa rende un’azienda vitale e attiva nel 2022 e a come sia possibile che molte imprese, nonostante lo shock collettivo provocato dall’emergenza pandemica, abbiano saputo reinventarsi e rinnovarsi, trovando modi creativi per confermare la propria presenza nell’orizzonte produttivo, riferendoci ancora a Future 50 ma del 2019, è emerso che le società inserite in questa lista sono state in grado di tornare ai livelli pre-Covid in sole 15 settimane. Quindi, che si tratti di una grande multinazionale o di un’impresa di famiglia, lo studio dimostra che le aziende vitali sono quelle con più potenzialità produttiva futura.
Ma come ottimizzare la crescita? La risposta risiede nell’aggiornamento costante. Un argomento molto caro a Formula Guida Sicura.
Se, secondo uno studio effettuato da IDC per Cornestore OnDemande, tra gli ostacoli più diffusi che le imprese europee hanno riscontrato negli ultimi anni ci sono le resistenze al cambiamento (46% degli intervistati), l’esiguità di risorse economiche (29%) e la mancanza di “vision” (29%), appare chiaro che il salto nel futuro non sia una cosa così semplice da affrontare. Ed ecco perché, oltre alle 3 “P” che abbiamo citato all’inizio, diventa fondamentale la caratteristica dell’adattività: aziende in grado di evolversi cavalcando i cambiamenti anziché semplicemente prevederli. Anche grazie alla digitalizzazione.
Secondo lo studio Global CEO Outlook 2020 di KPMG, tra i nuovi obiettivi principali delle aziende c’è l’aggiornamento in chiave digitale, in linea con le tre concetti fondamentali per una strategia adattiva: “trasformazione digitale”, “sostenibilità” e “fiducia”. Anche la collaborazione e la comunicazione tra colleghi, o tra lavoratori e datori di lavoro, può poggiarsi sul digitale come nuovo e fruttuoso strumento. E anche la formazione!
Riferendosi ad una cultura dell’efficienza interna e del benessere organizzativo, basata sul welfare aziendale e sui corporate benefit, gli esperti hanno dimostrato che l’attivazione di buone politiche nei confronti dei lavoratori e dei collaboratori ha prodotto un forte miglioramento della loro percezione, incrementando lo spirito di squadra, l’entusiasmo nel raggiungimento di obiettivi comuni e la produttività.
Anche la formazione in e-learning rientra in questa cultura, con il pregio aggiuntivo di essere utile, anzi fondamentale. Proprio per questo Formula Guida Sicura sta lavorando su uno strumento ad hoc per aiutare le aziende nel delicato compito di diffondere e portare avanti la formazione, anche in digitale, e ha realizzato il primo Test di Valutazione dello Stile di Guida e Livello di Sicurezza. Uno strumento innovativo, pratico, didattico e valutativo, in linea con le più aggiornate modalità di formazione a distanza. Per saperne di più, per domande e approfondimenti sulla sicurezza alla guida e aziendale, scrivici!
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