Si è fatto molto, ma non ancora abbastanza per la sicurezza di chi guida per lavoro un veicolo aziendale, nonostante i traguardi raggiunti nel settore degli autotrasportatori. Ecco quanto può aiutarci il DVR.
Sicurezza, infortuni in itinere, colpi di sonno, turni di lavoro, tratte autostradali, tragitto casa-lavoro, quante parole sentiamo e si dicono intorno alla categoria di conducenti che guidano mezzi aziendali, chi trasporta persone, chi si occupa di trasporto merci o di assistenza, consulenza, vendita a domicilio, corrieri e autisti, sono tantissimi i lavoratori che operano in questo grande settore.
Qualche puntata fa, abbiamo introdotto il discorso con il focus sugli autotrasportatori e l’importanza delle carte tachigrafiche, un provvedimento che può far pensare a un iper controllo ma che in realtà tenta di regolamentare le alternanze guida-riposo degli autotrasportatori oltre a fornire un dossier completo sulle distanze percorse, quando e come consentendo il monitoraggio sia del veicolo aziendale sia del trasportatore che lo guida, a tutela di entrambi.
Come per lo specifico del settore sanitario, vi sono dei numeri ancora troppo alti circa le statistiche dell’incidentalità stradale per questa categoria, che invece andrebbe protetta visti gli effettivi rischi correlati allo svolgimento delle mansioni professionali, come ad esempio il rischio di incorrere in incidente stradale, il rischio di logorare il proprio corpo per la sedentarietà e la posizione di guida spesso costrittiva se mantenuta per un numero troppo elevato di ore.
L’uso di un veicolo per lavoro per certe mansioni come quelle citate sopra è indispensabile, anche perché i mezzi di trasporto pubblico anche se utilissimi purtroppo non sono sovrapponibili per diffusione, capillarità e autonomia, ai veicoli privati o aziendali, ma è anche vero che, se i mezzi in dotazione non sono adeguati, se non vengono sottoposti a manutenzione appropriata, o se vengono utilizzati impropriamente o ancora se i percorsi da fare non sono idonei, guidare un veicolo aziendale può rappresentare fonte di rischio.
Ecco l’importanza di definire delle misure volte a tutelare e migliorare sicurezza e salute dei conducenti, regolamentando anche una serie di situazioni o comportamenti talvolta sottovalutati oppure non percepiti come a rischio da loro stessi, che sarebbero poi le persone “esposte”.
Questo sia perché non c’è una vera cultura della sicurezza stradale in Italia, sia perché le regole che sono state istituite per diffonderla e proteggerla non sempre vengono rispettate, non per forza per negligenza ma anche per scarsa informazione.
A livello di responsabilità, anche in questo settore vi è una parte di esse relative al conducente e una parte che spetta al datore, nella fattispecie il datore di lavoro organizza le attività e le dirige, assumendo ove previsto dei preposti o dei sovrintendenti che controllano lo svolgimento (responsabili, ecc). Il lavoratore esegue le direttive e svolge il lavoro, quindi: al datore di lavoro fanno capo le responsabilità di garantire che il lavoratore sia messo in condizione di svolgere i suoi compiti in modo sicuro e a norma, sia per lui che per le altre persone intorno, e il lavoratore ha la responsabilità di adeguarsi ai regolamenti sulla sicurezza, osservare un criterio di prudenza e buon senso e non mettersi volontariamente in pericolo con comportamenti irresponsabili o rischiosi.
Poi, per quanto riguarda il rischio stradale, vi è una parte di responsabilità anche pubblica, ovvero: se la situazione delle infrastrutture è pericolante o impropria, è ovvio che guidare un mezzo aziendale, anche ammesso che il veicolo sia in ottimo stato e il conducente formato, esperto e accorto, diventa pericoloso se la strada è in cattive condizioni.
Nello specifico, se l’azienda deve vigilare sul perfetto stato dei veicoli e sulla formazione alla guida dei suoi driver, sul monitoraggio delle loro conoscenze e competenze per tenerle aggiornate, facendo il massimo per evitare che i conducenti incorrano o causino un incidente stradale, il driver da parte sua deve seguire le direttive, applicarsi con diligenza, non assumere alcol o sostanze nocive prima e durante la guida, non bypassare le pause di riposo durante la missione giornaliera, non utilizzare il cellulare alla guida, osservare le norme del Codice della strada e tutte le altre normali regole di circolazione condivise e applicate da tutti gli utenti della strada.
Altro discorso va fatto per la responsabilità verso terzi che non siano lavoratori, ovvero, se un mio dipendente investe qualcuno di chi è la colpa? Mia di non averlo formato, sua di non aver preso sul serio la formazione…? Situazioni che andrebbero viste caso per caso.
Quello che è riconosciuto è che, se viene appurato che un conducente supera i limiti di velocità sistematicamente, o viaggia senza indossare la cintura di sicurezza, o ancora non esegue i controlli preliminari e periodici indetti dall’azienda per la manutenzione del veicolo, sta causando dei rischi.
L’azienda da parte sua fa la valutazione rischi, come vediamo nel prossimo paragrafo, e “chiede” al suo dipendente di esporsi a un livello di rischio controllato, cioè contenuto il più possibile, e ridotto al massimo di quanto è in suo potere fare, tramite appunto manutenzione, formazione, e la tutela dei diritti dei lavoratori come ad esempio il rispetto di turni di lavoro e dei tempi di riposo.
Come abbiamo visto in altre puntate, se io lavoro per un’azienda svolgendo un ruolo che mi richiede di andare presso il cliente, o trasportare cose o persone, la guida del veicolo diventa la quasi totalità del mio lavoro e la sede stradale il mio luogo di lavoro, perciò prevedere nel DVR (o Documento Valutazione Rischi) anche il rischio stradale è doveroso, e e per tutti coloro che svolgono un lavoro dipendente che contempla la guida su strada pubblica come parte integrante della mansione è necessario occuparsi di definire il problema valutazione rischi, perché i rischi che potrei correre durante il lasso di tempo che trascorro alla guida sono da valutarsi esattamente come tutti gli altri a cui un lavoratore può essere esposto durante le sue attività in azienda.
Leggi l’approfondimento su Sicurezza e salute sul luogo di lavoro secondo la Legge 81/08!
Quindi il DVR per chi guida mezzi aziendali stradali è sacrosanto.
Ma cosa è esattamente il DVR?
È un documento ufficiale nel quale il datore di lavoro si occupa di “individuare tutti i fattori di rischio esistenti e le loro reciproche interazioni, nonché la valutazione della loro entità, effettuata ove necessario mediante metodi analitici o strumentali”, che va tenuto sempre a portata e aggiornato (“custodito in azienda, non può essere parziale o inadeguato, ma deve comprendere tutti i fattori di rischio riscontrabili”), come stabilito dalla Circolare del Ministero del Lavoro 102/95, la medesima a dichiarare che debba essere nel DVR compreso il rischio legato alla guida, qualora questa attività sia parte integrante della mansione lavorativa.
Il problema degli incidenti stradali non sarà risolto in toto ma in ogni caso gestito, perché con il DVR si vanno a esaminare e contemplare tutti i rischi per chi guida, calcolando che la maggiore causa di morte tra le persone sane sono le morti bianche e quelle stradali.
Nel settore specifico della guida di mezzi aziendali i fattori chiave da tenere in considerazione per una corretta valutazione rischi sono: i conducenti e il loro stato, i veicoli e il loro stato, tipo di percorso e sue caratteristiche, orari di lavoro stabiliti, numero di chilometri/giorno, numero di ore alla guida (e di ore lavorate non alla guida), eventuali fattori “peggiorativi” come ad esempio che sia richiesto di guidare prevalentemente di notte.
Quindi, per una corretta valutazione rischi vanno presi in esame: stato psicofisico del guidatore, guida notturna, numero di ore guidate al giorno, tipi di percorrenza maggiormente percorsi, velocità media, chilometraggio, stato del veicolo compresi i sistemi di sicurezza installati, nello specifico:
- conducente; formazione, esperienza, stato psicofisico del guidatore, tipologia di mansione, la sua età, media di sanzioni subite con il mezzo aziendale, attitudine. Da quanti anni ha la patente… Se ha sostenuto corsi di guida sicura… Aggiornamenti periodici… Se guida con gli occhiali, se ha disturbi/malattie che potrebbero influire sulla guida…
- veicolo; età del veicolo, quanti chilometri ha all’attivo, guasti importanti, incidenti, programma di manutenzione regolare, classe, sistemi di sicurezza in dotazione (ADAS, ecc), tipologia di veicolo (ad esempio si tende a pensare che i veicoli per i quali occorre il possesso della patente A o C siano più pericolosi)….
- tipo di strada; tipologia di incidente e annessa gravità possono variare a seconda del tipo di strada percorsa, strade urbane, extraurbane, tratte autostradali, a scorrimento veloce, strade di montagna…
- tratta/percorso; cioè, a seconda dell’area geografica che il driver copre durante la sua attività di guida, può essere esposto a un rischio minore o maggiore, a seconda dello stato di manutenzione delle strade in quella zona, dell’influenza o meno di condizioni meteo tipiche (neve, ghiaccio, nebbia…), quantità di traffico, pericolosità intrinseca esempio valichi, altitudine, gallerie, ecc, e numero di incidenti medio per anno relativi a quella zona.
In conclusione…
È chiaro che ogni tipologia di lavoratore avrà i suoi rischi lavoro-correlati, ed è complesso
racchiudere tutte le diversità in un documento, però il DVR è quel dispositivo che prova a farlo: a catalogare tutte le possibili fonti di rischio così da tutelare il più possibile chi svolgerà quella mansione. Nel nostro caso, i rischi di chi guida un’auto magari non saranno quelli di chi guida un furgone, che a loro volta non saranno quelli di chi guida un camion o un pullman di linea, ma, moltiplicando come in una formula questi fattori e tenendo conto degli scenari reali e delle statistiche, emerge un quadro abbastanza realistico del grado di rischio di ogni lavoro, anche perché le situazioni possono essere anche molto diverse a seconda di tutte le variabili viste sopra.
Ma, per chi guida mezzi aziendali stradali, il DVR diventa un presidio importante di salute e sicurezza, perché ci fa prendere coscienza di tutte le potenziali minacce alla sicurezza di una persona anche nell’espletamento di un’azione normalissima, quella di guidare, svolta da così tante persone con così poca riflessione.
Eppure, come non lavoreresti in cima a un ponteggio senza linea vita, dovresti avere chiaro che guidare senza cintura di sicurezza la tua auto privata o il veicolo che ti ha dato in dotazione l’azienda è esattamente la stessa cosa. Difficile?
Quando lo capiremo, saremo tutti più sicuri alla guida, e la strada sarà un posto migliore per tutti. Che ne pensi?
Scrivilo nei COMMENTI. A presto!
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